- Il palco e l’attore
Ogni attore sarà alla ricerca di un palco su cui esibirsi, ogni persona che intenda raffigurare un suo atto avrà bisogno, per farlo, di un palco. Ed è così che l’arte dell’attore è niente senza uno stage su cui performare, ed è così che l’artista muore senza un luogo in cui esibirsi. Ognuno ha il suo palco, sta solo a lui trovarlo.
- Le dighe e gli argini
Per fortuna vi sono delle motivazioni – o giustificazioni, a seconda del momento che si dia – dietro cui l’individuo si erge forte, dietro cui l’individuo si schiera, fortificandole e rendendole solide. L’individuo puntella e accresce in siffatta maniera le proprie difese. Con tali atti egoistici il soggetto riesce a protrarsi e a far prevalere la propria azione, sia contro la critica esterna sia contro gli impedimenti e i dubbi interni. In tale maniera la volontà soggettiva prevale e si protrae.
- Il genio e le parole
Che cosa permette all’uomo solo di riuscire a riempire di significato una parola, o un congiunto o un insieme di parole, a tal punto da riuscire a farla, o farle, significare di per sé? Che cos’ha in più l’uomo di genio, ovvero quell’uomo che riesce a far significare una parola una volta per tutte, rispetto all’uomo comune, all’uomo medio? Forse che quest’ultimo non avrà pronunciato nell’arco della sua vita quelle stesse parole? E allora che cosa vi sarà in più nell’azione linguistica che definisce e disegna i contorni di una parola? L’ardore di intraprendere un’iniziativa spontanea e sincera, macchiata da una volontà tesa alla delimitazione.
- Il franare muto dei significati
Ancora, sotto i colpi delle martellate, cadranno i significati immortalati e resi immortali dai loro protettori. Ancora una volta ci toccherà assistere alla caduta di una parola e alla dispersione di quei significati che così accuratamente erano stati racchiusi in un insieme linguistico. I limiti si romperanno e il contenuto si riverserà al di fuori come un fiume in piena che scavalca i propri argini.
- L’aspettativa di riuscita
Si è illusi quando si continua a sperare di riuscire ancor prima di cominciare. L’illusione più forte sta nell’attesa di un bambino che, tirando un pezzo di mollica nell’acqua, spera che un pesce, prima o poi, fuoriesca per mangiarselo. Per fa sì che ciò avvenga bisognerà innanzitutto procurarsi quel pezzo di pane, e poi gettarlo.